La sera di sabato 24 marzo, per l’Ora della Terra 2018, l’Associazione Atargatis ha scelto lo scenario, unico e incantato, dell’Appia Antica, all’interno del territorio del Parco: un appuntamento annuale ormai consolidato per l’iniziativa globale promossa dal WWF, e che ha visto una florida realtà associativa del basso Lazio e l’Ente Parco collaborare insieme per dare un contributo nella lotta per la sostenibilità del nostro avvenire.
L’enormità della sfida rappresentata dal cambiamento climatico, che non si può certo pensare di vincere spegnendo le luci per un’ora, rilancia, al contrario, la potenza di gesti così fortemente simbolici. In questo caso, decidere di trascorrere l’Ora della Terra all’aperto, in un’Area Naturale Protetta, illuminando il buio della natura con le fiaccole che divampano e che illuminano il messaggio di speranza che si è voluto trasmettere, è stato qualcosa di altamente significativo: affetto nei confronti della Terra che ci ospita, amore per il territorio che abitiamo, voglia di rievocare le origini da cui proveniamo.
Per il Parco è un ulteriore invito ad operare e spingere per un reale cambiamento, in direzione della tutela della biodiversità, per schierarsi con sempre maggiore convinzione dalla parte della vita di tutti quegli esseri della natura che, in ultima analisi, si traducono anche in maggiore qualità della vita per l’uomo. E camminare con le fiaccole in mano sotto un cielo illuminato soltanto dalle stelle è stato davvero bellissimo, nonostante il freddo pungente di quest’inizio primavera!
L’iniziativa si è abbinata ad un richiamo alla straordinarietà di quest’area archeologica. La “diagonale d’Oriente” di Rumiz, che va sempre avanti diritta, senza impaurirsi delle salite, è qualcosa di irripetibile al mondo, che abbiamo orgogliosamente e senza esitazioni paragonato ad altre Grandi Opere o Grandi Percorsi della storia, come la Grande Muraglia o la Via della Seta. E noi possiamo calcare, respirare, vivere una realtà del genere quando vogliamo: amare la Regina Viarum che attraversa i nostri Monti equivale ad amare il nostro pianeta. Finché riusciremo ad avere esperienza di tali sensazioni, allora vuol dire che varrà la pena credere in un futuro migliore.