In occasione delle indagini di campo svolte nei primi mesi del 2023 relative alla verifica della presenza dell’Aquila Reale, il giorno 7 Febbraio sono stati avvistati tre individui distinti di Aquila Reale.
L’analisi successiva ha identificato i tre esemplari in un probabile adulto, un subadulto e un giovane immaturo.
La composizione avvistata induce a proseguire nelle azioni di avvistamento al fine di accertare una possibile nidificazione sui Monti Aurunci.
Il progetto di monitoraggio dell’Aquila Reale è il frutto della sinergia tra l’Ente Parco, Ufficio Biodiversità-Ricerca Scientifica e Guardiaparco, e l’associazione Ornitologica Altura che ha curato l’organizzazione e coordinato l’attività di campo grazie anche all’ausilio del personale del parco dei Monti Simbruini e dell’associazione Wolf Aurunci, che hanno costantemente monitorato le sette stazioni di avvistamento.
iL 21 Novembre 2022 si è tenuta la piantumazione di nuovi alberi presso le scuole dell’infanzia di Castellone, Rialto, Cassio e Vindicio, dell’ IC Dante Alighieri – Formia Ventotene
Nel corso degli ultimi mesi l’équipe del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi dell’Università di Siena, guidata dal Prof. Franco Cambi, ha attivato nell’area diverse attività di ricerca legate ai paesaggi della regione dei Monti Aurunci. Si tratta di attività diverse e complementari tra loro che puntano a gettare le basi per un progetto più ampio. L’idea che inizia a prospettarsi nelle menti dei ricercatori vuole essere in grado di coinvolgere su più livelli le componenti scientifiche, istituzionali e civiche del territorio e non solo, a partire dal Parco Naturale dei Monti Aurunci e dal Comune di Campodimele, con i quali si sono instaurati da subito proficui rapporti di collaborazione, espressi formalmente anche in forma di convenzione tra gli enti.
Primo risultato di questa collaborazione è stato l’avvio delle ricerche archeologiche nel sito di S. Andrea, situato tra i Comuni di Campodimele e Itri. Le indagini, fortemente volute e sostenute dal Parco e dal Comune di Campodimele, hanno permesso di iniziare a far luce sulle ultime fasi di un insediamento altomedievale d’altura, nel quale la presenza di materiali più antichi lascia presagire fasi di frequentazione precedente, probabilmente da ricollegare all’importante ruolo che questo insediamento doveva avere per il controllo del passo di S. Nicola e della viabilità interna ai Monti Aurunci che ancora oggi collega la Valle del Liri con il Lazio meridionale costiero.
Con l’avvio di queste iniziative l’interesse per la regione e per il suo potenziale scientifico è tornato a crescere. Al gruppo senese si è subito affiancato il team di ricerca del Prof. Massimiliano Di Fazio dell’Università di Pavia, interessato a tematiche storiche legate alle fasi precedenti alla romanizzazione della regione. Anche questa collaborazione ha dato vita ad attività di ricerca sul campo, svoltesi nel mese di ottobre sui siti di Pianara a Fondi e di S. Cristoforo a Itri, in un’ottica di collaborazione totale tra studiosi con l’obiettivo condiviso di gettare nuova luce sulla storia della regione.
Lo spirito con cui le due équipe,composte da ricercatori (Edoardo Vanni, archeologo e Presidente di Archeologia Diffusa), giovani studiosi (Elena Marazzi, dottoranda Università di Pavia; Federico Saccoccio, dottorando Università di Pisa) e studenti dei due atenei, si affacciano sul panorama del Lazio meridionale costiero è ispirato ad alcuni capisaldi fondamentali. Innanzitutto, una solida tradizione di ricerca storico-archeologica, da sempre svolta in tutta Italia con metodo, basi teoriche scrupolose e ferrea cultura stratigrafica e del contesto – necessari per aprire la strada a interessanti prospettive di valorizzazione.
In un’ottica di ampio respiro, è importante una visione d’insieme che punti alla progettualità e alla continuità delle pratiche di ricerca, da condividere con gli attori presenti sul territorio. La ricerca archeologica non è solamente un esercizio accademico bensì una pratica legata strettamente al progresso delle comunità e dei territori coinvolti.
“Come ormai dimostrato ampiamente” aggiunge il Dott. Edoardo Vanni“ la sinergia tra enti di ricerca, istituzioni locali e cittadinanza, contribuisce in maniera significativa alla costruzione condivisa del patrimonio culturale e materiale, incrementando la consapevolezza del suo valore ed attivando modalità creative per la sua conservazione e valorizzazione nel presente”.
Non solo enti, ma anche cittadinanza: il percorso dell’archeologia parte dalla ricerca con presupposti scientifici saldi per poi interfacciarsi immancabilmente con i cittadini e le loro espressioni civiche. Conoscere, disseminare, coinvolgere sono le parole chiave di un processo (l’impostazione di ricerche di ampio respiro) che non può prescindere dalla collaborazione proficua con le comunità. Ma tutto questo parte, necessariamente, dalla ricerca scientifica correttamente impostata e svolta.
Lo sguardo all’attualità ha sempre guidato il lavoro del Prof. Franco Cambi, da anni membro della Società dei Territorialisti e impegnato nella promozione dei paesaggi storici come strumento interpretativo del presente. In un momento storico tanto complesso come quello attuale, occuparsi del passato risulta quanto mai vitale per la resilienza delle comunità di oggi.
“ La proficua collaborazione con i ricercatori dell’Università di Siena sta portando alla luce interessanti scoperte archeologiche nel parco precisamente nei pressi del valico di San Nicola. Le attività che abbiamo fortemente sostenuto – dichiara il direttore Giorgio De Marchis – sono nella fase iniziale e ci auguriamo possano proseguire con maggior vigore nei prossimi anni. -Il progetto sul quale siamo impegnati si basa sulla necessità di affiancare le scoperte archeologiche al nostro patrimonio naturalistico e paesaggistico che il parco conosce”
La fine di questa prima stagione di ricerca nella regione necessita di uno spazio in cui si racconti e si apra alle comunità della zona. Il Parco dei Monti Aurunci organizzerà presto un evento volto alla condivisione dei risultati preliminari delle ricerche.
Sabato 29 e Domenica 30 Ottobre inizierà la riforestazione dei boschi distrutti dagli incendi dolosi.
Il progetto al quale partecipa l’ente Parco ha lo scopo di rigenerare la foresta ed incrementare resilienza e biodiversità.
In una terra devastata dagli incendi verranno seminati piante e arbusti pionieri.
Domani dalle 9:30 alle 12:00 a Formia nel Borgo di Mola torna “Puliamo il mondo”, il tradizionale evento promosso da Legambiente.
L’appuntamento di Formia è organizzato dal Parco Naturale dei Monti Aurunci e dal circolo Legambiente sud pontino e vedrà protagonisti gli studenti istituti formiani Pasquale Mattej, Dante Alighieri e Vitruvio Pollione.
I volontari dell’ambiente si metteranno al lavoro per ripulire dai rifiuti abbandonati strade e piazze, angoli delle città, parchi urbani e spiagge.
Il giorno 07/10/2021, con l’autorizzazione dell’Ente Parco, il Dott. Gerardo Petrosino, dottorando dell’Università di Roma “Sapienza”, ho effettuato il campionamento dei
pesci presenti nel monumento naturale di Settecannelle, in particolar modo della Rovella Sarmarutilus rubilio.
I risultati della ricerca, sono stati resi noti con la pubblicazione del relativo articolo sulla rivista scientifica Genes, redatto dalla Dott. Petrosino e dai suoi collaboratori (leggi l’articolo)
Nell’articolo, che si occupa per la prima volta della diversità genetica intraspecifica della Rovella, il sito di Settecannelle è indicato con la sigla SET e da un quadrato blu nelle mappe/grafici.
Lo studio ha rivelato che la popolazione di Rovelle di Settecannelle appartiene ad un ceppo genetico esclusivo dell’Italia meridionale, chiamato ceppo B (Figura 2 nell’articolo e torte blu in Figura 3); la maggior parte delle rovelle analizzate nel resto d’Italia appartiene invece al ceppo A.
Le differenze fra ceppo A e B di rovella sono tanto significative da essere quasi paragonabili a quelle che si osservano fra specie diverse.
Dalle analisi è stato scoperto che, sebbene il gruppo B sia originato proprio nell’Italia meridionale (compreso il basso Lazio), questo è stato soppiantato nel suo areale dal gruppo A, proveniente dal bacino del Tevere.
In questo contesto la piana di Fondi (ovvero il sito SET e il vicino lago di San Puoto, sigla SPU) rappresenta un’area unica dal momento che qui sono state trovate solo rovelle del gruppo B, probabilmente protette dall’invasione delle rovelle A grazie all’isolamento costituito dai monti Ausoni-Aurunci.
Oltre questi monti (sia a nord, codice SIS nell’articolo, che a sud, codice SCR, Figura 1), invece le popolazioni di rovelle sono miste, con la netta predominanza di quelle A.
Alla luce di queste osservazioni gli autori, nella sezione finale dell’articolo, suggeriscono una serie di azioni per la conservazione di questa specie (presente nell’Allegato II della Direttiva
Habitat), soprattutto in quei siti come Settecannelle che rappresentano un unicum dal punto di vista genetico.
Nel dettaglio evitare l’introduzione di specie ittiche che possono entrare in competizione con la rovella (ex Persico sole, Rutilo, Triotto) ed assolutamente evitare nella piana di Fondi l’immissione di rovelle provenienti da altre zone (anche dalla stessa provincia di Latina), in tal modo infatti si andrebbe ad inquinare irrimediabilmente il patrimonio genetico unico di quest’area.
Le analisi non sono ancora finite e al momento i ricercatori stanno lavorando alla pubblicazione altri articoli sulle rovelle, anche di Settecannelle, ovvero sulle differenze morfologiche
fra le diverse popolazioni.
Si terrà il 29 Luglio l’annuale appuntamento con il World ranger day organizzato dal Parco Naturale dei Monti Aurunci a Campello nel comune di Itri. Nella giornata verranno organizzate diverse attività dedicate ai bambini con l’obiettivo di far conoscere l’attività del guardiaparco. Tra le attività previste, la meravigliosa vita delle api, dimostrazione e riprese con il drone, giochi attività di educazione ambientale, prova AIB simulazione incendio boschivo e percorso con fototrappole con monitoraggio di cassette nido.
Sta per iniziare la prima campagna di scavo nel sito di S. Andrea di Campello, un evento importante che inizia un percorso di ricerca reso possibile dalla visione condivisa con l’Università degli Studi di Siena e le comunità locali, in primis il Comune di Campodimele.
A guidare gli studenti saranno il Prof. Franco Cambi ed il Dott. Edoardo Vanni. Insieme applicheranno con professionalità le strategie d’indagine stratigrafica ed i più alti standard di documentazione dei contesti archeologici col fine non solo di investigare e comprendere un sito ancora ignoto, ma di gettare le basi per uno studio più ampio sulla storia dei paesaggi antichi dei Monti Aurunci.
L’attività di scavo si svolgerà dal 04 al 22 luglio 2022, presso il sito di S. Andrea – Campello (Campodimele – Itri) e vi potranno partecipare gli studenti di triennale e magistrale.
Sabato 11 giugno 2022, si terrà l’evento “Alla scoperta degli alieni”, per proteggere le nostre piante in boschi, parchi, giardini e vivai.
L’ evento comprenderà un’ escursione con esperti, per conoscere ed aiutare la nostra area protetta e proteggere il nostro ambiente naturale e uno stand informativo.
L’evento si terrà dalle ore 10:00, con ingresso gratuito, al Monumento Naturale Mola della Corte – Settecannelle – Capodacqua, in via Mola della Corte,34D, Fondi (LT).
Il 3-4 giugno 2022 al Castello Angioino di Gaeta si svolgerà il “Symposium on Social Transition and Climate Change”, un evento che verterà sul cambiamento climatico, una minaccia globale al nostro ben-essere socio-economico e di salute.
Venerdì 3 giugno alle ore 09:00 ci sarà l’accoglienza dei partecipanti con conseguenti saluti del Presidente del Parco dei Monti Aurunci Marco delle Cese e l’intervento del Direttore del Parco dei Monti Aurunci Giorgio De Marchis, sul contributo dinamico delle aree naturali protette per il contrasto del cambiamento climatico
La giornata andrà avanti fino alle ore 19:00 con conclusivo aperitivo sociale.
Sabato 4 giugno alle ore 09:00 ci sarà la visita al Castello di Gaeta e dalle ore 10:00 si discuterà insieme insieme a storici e storiche dell’ambiente, studiosi e studiose nel campo dei media, giornalisti e giornaliste, comunicatori e comunicatrici per andare oltre il giornalismo ambientale, inteso come ambito tematico, e ripensare il giornalismo come terreno d’espressione per le nuove generazioni che guardano da protagoniste ad un modello di convivenza pacifica tra i popoli, nel segno dell’equità e dell’utilizzo razionale delle risorse, con cui si concluderanno le due giornate.
L’evento sarà con ingresso libero gratuito e si terrà nel rigoroso rispetto di tutte le regole previste dalle normative anti Covid. Con attenzione e controllo per: distanziamento, sanificazione, dislocazione degli spazi, affollamento, verifica della temperatura corporea e con la richiesta a tutti e a tutte di indossare la mascherina.
A chiusura della manifestazione del venerdì, il Parco dei Monti Aurunci organizzerà “l’aperitivo aurunco”, con degustazione di prodotti tipici locali contestualmente ad un evento musicale acustico legato anch’esso alla tradizione.
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